
C’è chi lo fa per mestiere, chi per passione, chi per fare qualcosa, chi perché non sa fare altro (dice), chi non può farne a meno (come me).
Le ragioni possono essere infinite e non serve neppure sforzarsi di capirle.
Spesso lo si fa e basta, senza un apparente motivo che tuttavia a guardarci bene c’è.
Eccome se c’è.
Prendere carta e penna esprime il nostro bisogno di comunicare ciò che non riusciamo a fare con le parole vuoi perché oggi non si parla quasi più, vuoi perché verbalmente siamo legati al nostro interlocutore e alle sensazioni che ci trasmette e che giocoforza condizionano tutto lo sviluppo del nostro parlare.
Per questo scrivere libera il pensiero nella sua essenzialità, libera i non detti, rimuove ogni ostacolo sensoriale e diventa ciò che noi tutti sentiamo e intendiamo.
Libera-mente e senza condizionamenti, nè fraintendimenti.
E’ il nostro bisogno più autentico e che oltretutto possiamo soddisfare davvero con poco.
E questa, per me, è la ragione più bella per cui si scrive.
Ed è la ragione per cui – ritengo – dovrebbero farlo tutti.
La scrittura è catarsi, semplice e pura.
E’ un sospiro di sollievo che rivolgi a te stesso, liberamente e senza veli, è la muta parola della tua anima.
E sei tu, senza maschere e senza imposizioni.
Adesso afferra i tuoi fogli, stringi la penna e scrivi, qualsiasi cosa ti passi per la mente.
E poi dimmi se non ho ragione.